Qualche tempo fa, una vecchia amica di famiglia, incontrandomi, mi ha chiesto come stavo. Io le risposi che stavo bene anche se in quel momento sentivo un pò di stanchezza per via delle varie attività che facevo e dei servizi che avevo appena concluso. Dopodiché lei mi ha fatto un’osservazione e mi ha detto:
“figuriamoci se tu lavorassi…“
Nell’udire questa frase, rimasi perplesso e il ragionamento mi ha poi indotto a fare una riflessione. La domanda che mi sono fatto subito dopo la sua osservazione è stata questa:
“perché mai pensa che io non lavoro?”
Mi sono detto probabilmente lei pensa che andare a lavorare significhi seguire una certa routine quotidiana.
Ossia una procedura standard che ci è stata poi trasmessa in special modo dai Mass Media come uno stile di vita sano e “normale”:
- svegliarsi presto al mattino
- farsi una doccia
- fare colazione
- preparare i propri abiti e borsa da lavoro
- andare in ufficio fino a raggiungere la propria scrivania dove compilerai, con una certa fretta, tante di quelle carte per tutto il giorno da perderti letteralmente in quello che fai senza neppure comprendere il perché, e per chi, lo stai facendo.
- Infine uscire intorno alle 18 da lavoro e tornare a casa stanco e afflitto da una miriade di pensieri, senza voglia di parlare con nessuno né tanto meno di dedicarsi a qualche altra attività o hobby, e probabilmente con l’unico interesse di mangiare e gettarsi nel letto subito dopo, mentre si sta guardando un film che neanche riesci a finire di vedere per l’eccessiva stanchezza.
ALLORA MI SONO CHIESTO: “COSA SIGNIFICA LAVORARE?”
A mio parere, per “lavoro” non si dovrebbe intendere dedicare gran parte della giornata in qualcosa in cui non credi, o in qualcosa che pensi non abbia senso fare o ancora che non apporti nulla di bello nella tua vita e in quelle altrui … soltanto per avere un introito economico.
Il lavoro dovrebbe essere qualcosa che ti aiuta a realizzare te stesso e nel contempo ti rende indipendente a tal punto da essere e sentirti libero ovunque.
Il concetto del lavoro inteso invece come un’attività che ci permette di guadagnare, disinteressandoci tuttavia di quali possano essere le conseguenze che porta quel tipo di lavoro, ritengo che debba essere rivisto e modificato nelle sue fondamenta.
Ti faccio alcuni esempi.
- Uno scrittore, o meglio una persona con una forte indole da scrittore, capace di racchiudere in poche righe concetti profondi con significati intensi, potrebbe fare il magazziniere in un supermercato? Con tutto il rispetto verso quest’ultimo ruolo, ma non pensi anche tu che una persona del genere sia un tantino sprecata a dedicare buona parte del suo tempo a poggiare sulle mensole di uno scaffale decine e decine di pacchi di pasta, biscotti e barattoli di fagioli azuki?
- Un’appassionata di lingue che ama viaggiare e relazionarsi con persone appartenenti a culture sempre diverse e che in questo ha pienamente sentito la sua gioia di vivere, che sceglie all’improvviso di iscriversi a giurisprudenza o a medicina semplicemente perché il padre o la madre possono aiutarla ad “inserirsi nel mondo del lavoro” con “le giuste loro conoscenze”, non credi anche tu che sia un affronto verso la vita, sapendo che la vita stessa è un Dono unico dal valore incommensurabile?
- Una persona dotata di spirito ironico, che ama far divertire la gente e che possiede il dono della battuta facile e pronta, la vedresti felice come operaio in una fabbrica dove per 8 ore non fa altro che dedicarsi ad assemblare ripetutamente qualche pezzo di una macchina?
Per quanto mi riguarda, io non riuscirei né ora né mai a trascorrere un solo minuto in una macelleria, o peggio negli allevamenti intensivi, ossia delle vere e proprie fabbriche dove la vita stessa viene distrutta e mercificata, dove tante specie animali con sofferenza sopravvivono in spazi minuscoli, senza luce e senza la possibilità neppure di compiere i loro più elementari movimenti.
Perciò ti chiedo …
NON E’ IMPORTANTE PER TE COMPRENDERE SE IL LAVORO CHE FAI PORTA BENEFICI A QUALCUNO O PEGGIO SE DANNEGGIA QUALCUN ALTRO ?
Se la tua risposta è “Si, non è importante per me”, lascia che ti dica che non è né bello né corretto pensare “non importa che lavoro faccio, basta che lavoro e che mi diano uno stipendio!”.
Inoltre sai perché lavorare in questo modo non ha senso? La mia risposta giace nella seguente citazione di un antico filosofo e scrittore cinese, Lao Tsu:
“Fai attenzione ai tuoi pensieri,
perché i tuoi pensieri
diventano le tue parole.Fai attenzione alle tue parole,
perché le tue parole
diventano le tue azioni.Fai attenzione alle tue azioni,
perché le tue azioni
diventano le tue abitudini.Fai attenzione alle tue abitudini,
perché le tue abitudini
diventano il tuo carattere.Fai attenzione al tuo carattere,
perché il tuo carattere
diventa il tuo destino.“
Gli ultimi due paragrafi in grassetto sono quelli che in questo articolo desidero sottolineare più degli altri, in quanto rispondono perfettamente alla domanda che ti ho posto poc’anzi.
Se inizialmente fai una scelta lavorativa basandoti solo sulla necessità di guadagnare, ma non presti la dovuta attenzione alla tipologia di lavoro che hai scelto, non meravigliarti se dopo nemmeno il primo anno di lavoro ti senti confuso, stanco e pensi addirittura di odiare il tanto desiderato lavoro che ti aveva finalmente permesso di diventare una persona indipendente. Già… indipendente si… ma a quale costo?
Attenzione! Qui non sto parlando del sacrificio fisico e mentale che inevitabilmente porta ogni scelta lavorativa. Non mi sto riferendo soltanto alla quantità di ore che sfrutti per portare avanti il tuo lavoro e a quanto queste ore ti portino via energie.
Ogni genere di lavoro stanca di fatto sia a livello mentale che a livello fisico.
Per questo si chiama “lavoro“, dal latino “labor” che significa “fatica“.
Io mi sto riferendo al fatto che se quel lavoro che tu hai scelto non è compatibile con le tue ideologie, con il tuo carattere, con il tuo credo, allora non importa se gli dedicherai 1 ora al giorno o 12 ore al giorno …
… quel lavoro non fa per te, punto!
STEVE JOBS & WALT DISNEY
Non pensare che il lavoro che hai scelto sia oggi l’unica possibilità che hai di guadagnare per vivere!
Se fosse così, persone come Steve Jobs e Walt Disney sarebbero stati semplici comparse sul palcoscenico teatrale della vita su questa Terra… e non protagonisti, simboli del coraggio e della forza caratteriale che li ha invece contraddistinti nella storia!
Non lasciarti trascinare da ciò che la società vuole che tu sia, abbi il coraggio di fare le scelte che desideri davvero… crea la tua arte, promuovi le tue idee, sii presente e abbi un ruolo attivo nel miglioramento della qualità della vita di tutti gli esseri viventi di questo straordinario pianeta.
Molti grandi uomini e grandi donne lo hanno fatto prima di te e se non avessero avuto il coraggio di manifestare il loro essere speciale, il loro essere unici, oggi non sarebbero ricordati come “i grandi della storia”. Sia ben chiaro, l’obbiettivo non è quello di diventare famosi e riconosciuti da tutti, bensì quello di realizzare se stessi.
SE SCEGLI QUEL LAVORO, PRIMA O POI GLI ASSOMIGLIERAI
L’essere umano, sebbene nasca con un particolare temperamento, è influenzabile e plasmabile dall’ambiente in cui vive, dalle persone con le quali si rapporta direttamente o indirettamente.
Per cui se scegli di fare un lavoro che non ti piace, e scegli di farlo per molto tempo… prima o poi assomiglierai alle caratteristiche che quel lavoro possiede.
Per quanto tu sia tenace e sicuro delle tue capacità, per quanto tu sia convinto di poterti difendere dalle influenze esterne, quel lavoro ti influenzerà a tal punto da renderti simile a lui.
A questo punto ti faccio un’altra domanda…
HAI MAI VISTO O CONOSCIUTO UNA PERSONA CHE E’ ABITUATA A VIAGGIARE ?
Nell’arco della mia esperienza di vita, io ne ho conosciute molte anzi moltissime… e ho avuto la sensazione che queste persone abbiano delle eccezionali doti caratteriali: sono solari, empatiche e cordiali… sono spiriti liberi.
Di fatto, pensaci, facendo sempre cose diverse, perlustrando sempre luoghi nuovi e conoscendo nuove persone, nuovi stili di vita, nuove usanze, queste persone hanno non soltanto “allargato la propria mente”, ma – cosa ben più importante – hanno concesso a se stesse di vivere sempre di nuove ed entusiasmanti emozioni tali da far rinvigorire e ringiovanire rispettivamente l’anima e il corpo.
Quindi, se proprio dobbiamo lavorare, e non tutti tra filosofi, fisici, psicologi, life coaches, ritengono che sia necessario farlo per più di un tot di ore al giorno e per più di due o tre giorni alla settimana – a tal proposito ti consiglio di leggere…
Vivere senza soldi. L’esperienza sorprendente di una donna che da undici anni ha eliminato del tutto il denaro dalla propria vita
– sarebbe opportuno e consigliabile che ognuno si scegliesse il lavoro che più desidera fare o che addirittura lo creasse da sé in base alle proprie attitudini.
Qualora anche il lavoro, che un tempo hai scelto con consapevolezza, dovesse diventare noioso, o “una perdita di tempo”, o non corrispondente più alle tue necessità e ai tuoi bisogni, allora forse è giunto il momento di cambiare lavoro.
Dopotutto, cosa c’è di strano? Se consideri che l’uomo, dal punto di vista biologico, cambia totalmente nell’arco di 7 anni – e cambiando biologicamente cambiano anche le nostre emozioni – perché mai dovrebbe essere assurdo cambiare lavoro dopo questo periodo di tempo?
LASCIA CHE SIANO GLI ALTRI A PENSARE CHE SIA IMPOSSIBILE
Che ciò non sia normale, che sia assurdo o ancora che sia impensabile o addirittura impossibile… lascia che siano gli altri a pensarlo. Tu e soltanto tu hai il compito di badare a te stesso. Perciò prendi in mano le redini della tua vita e dona il vero te stesso al mondo.
Il mondo non aspetta altro che questo!
Autori di recenti testi molto interessanti, sostengono che l’uomo non ha motivo di vivere la sua vita nella negatività. Tutt’altro, egli dovrebbe vivere la sua vita nella gioia, nella solidarietà e nell’amore, in tutte le sue forme ed espressioni.
Chiaramente chiunque prima o poi è tenuto ad affrontare momenti difficili o molto difficili. Anche le sofferenze fanno parte di questa esistenza e come tali dobbiamo accettarle.
Ma con una visione della vita diversa, più spensierata – più solare se vuoi – è possibile affrontare i dolori e le sofferenze in modo migliore.
E’ giusto soffrire per la perdita di una persona cara, è normale star male per questo, allo stesso tempo però non è saggio lasciarsi trasportare da sentimenti di rabbia, frustrazione, rancore e odio finché la vita stessa decide di andar via dal tuo corpo.
Per cui, quando accade un evento tragico prenditi il tempo per soffrire, per sentire quel dolore, per viverlo e metabolizzarlo nel profondo, ma ad un certo punto rialzati e rimettiti in cammino…
VIVI RICONOSCENDO CHE SIAMO FATTI PER AMARE
Vivi sapendo che non c’è altro modo di vivere se non nell’amore e nella gioia per la vita stessa…
Trova il lavoro che hai sempre sognato di fare, esplora i vari settori di tuo interesse. Prova, ritenta e lascia andare se ciò che hai trovato non fa per te. Dai il 100% di te stesso affinché ciò in cui credi si possa realizzare e nel frattempo chiediti se ciò ti rende felice, chiediti chi sei e dove ti porterà la strada che hai intrapreso.
Non c’è sacrificio che non valga la pena fare per raggiungere i tuoi obiettivi… ricordalo!
Una vita con un tale entusiasmo vale davvero la pena di essere vissuta… CREDIMI !!!