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La scelta vegan: 11 risposte alle domande più comuni

La scelta vegan: 11 risposte alle domande più comuni

Di fronte ad una scelta vegan, quali sono le domande più comuni?

Cosa pensano le persone quando si trovano per la prima volta di fronte a qualcuno che ha scelto di seguire un’alimentazione vegan?

 

Chi segue il mio blog o il mio canale Youtube, sa che io ho compiuto la scelta vegan già diversi anni fa.

Per cui, sulla base della mia esperienza, posso dirti che, quando alle domande dei più curiosi ho risposto “Si, sono vegano!”, mi sono imbattuto fondamentalmente in due tipologie di reazioni:

La prima: “Eccone un altro fissato!”;

La seconda: “Caspita, mi incuriosisce, voglio saperne di più”!

La scelta vegan 11 risposte alle domande più comuni

INDICE  ~

1. “Diventare io vegan? Neanche morto… Io voglio godermi la vita e lo voglio fare in maniera spensierata!”

2. “Vegan? No, grazie. Quando mangio vorrei gustarmi il cibo, non mangiare qualcosa che non abbia né aroma né gusto… con tutto il rispetto io desidero mangiare qualcosa di saporito!”

3. “Io vorrei… ma così facendo, ogni volta che uscirò a mangiare fuori casa, non potrò mangiare nulla o quasi… Proposte vegan nei locali tradizionali quasi non esistono!”

4. “Ehm, io lo farei anche… ma cosa penseranno i miei amici? E i miei genitori? Ho paura che non approverebbero. Anzi mia mamma già non sapeva cosa cucinare quando mio fratello è diventato vegetariano, figuriamoci se io divento vegana.”

5. “Se diventassi vegano, non saprei neanche come vestirmi. Ogni capo di abbigliamento, scarpe, giacca quasi certamente contiene qualche derivato animale. E’ impossibile vestirsi senza poter attingere da prodotti di origine animale, mi dispiace ma non posso.”



6. “Essere vegani significa essere radicali ed estremisti. Io sinceramente mi reputo una persona moderata e ogni scelta estrema la reputo sbagliata. Preferisco mangiare un po di tutto, quindi … No grazie, io rimango onnivora.”

7. Ma cosa dici? Noi abbiamo bisogno di nutrirci nel modo giusto. Le proteine nobili da dove le prendi? E il ferro? Il calcio? L’omega 3? La B12? Andiamo, solo gli stolti e quelli che non sanno nulla di nutrizione diventano vegani.”

8. Dio ha detto che noi possiamo mangiare tutto. Ha messo a disposizione dell’uomo ogni animale su questa terra affinché possa nutrirsene e andare avanti.”

9.Dici che diventare vegan aiuterebbe il pianeta. Ma che mi dici a proposito dell’inquinamento provocato dai mezzi di trasporto e dalle industrie?”

10. Tu credi che mangiare carne, pesce, uova e latticini faccia male. Ma lo sai quanti veleni chimici sono stati usati per proteggere le piante che mangi? Lo sai quanti pesticidi vengono abitualmente spruzzati sulla frutta e sulla verdura? Non credere che mangiar vegano sia la soluzione migliore per star bene, anche l’aria che respiri è inquinata.”

11.Voi vegani siete solo degli ipocriti. Dite che fate questa scelta per evitare che gli animali soffrano a causa delle nostre scelte alimentari, ma cosa mi dici della sofferenza che causate nel mangiare un insalata ad esempio?”

 

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CURIOSITÀ’ E PERPLESSITÀ

La scelta vegan 11 risposte alle domande più comuni curiosità e perplessità

Ogni volta che mi sono ritrovato a parlare della scelta vegan e dei suoi benefici sulla salute, studiavo lo sguardo del mio interlocutore.

Ciò che sembrava evidente in alcuni era la curiosità, unita allo stupore di chi probabilmente, di fronte ai miei racconti, sentiva da tempo di voler dare risposta alle sue domande.

Altre volte invece coloro che ascoltavano si mostravano perplessi e sconcertati.

Ma devo dire che le persone che desiderano fare domande e che vogliono saperne di più a riguardo sono la maggioranza.

Ed è proprio con questa maggioranza che sono nate le migliori conversazioni.

Anzi, a volte, con alcune di queste persone ho stretto anche una buona amicizia che – pensa un po – dura ancora oggi a distanza di anni.

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VEGAN NON VUOL DIRE RINUNCIA

Innanzitutto vorrei partire da una considerazione, ahimè necessaria, per smontare quell’enorme castello di falsi preconcetti basati su considerazioni errate e prive di attinenza con la realtà.

Diventare vegan non vuol dire portare sulle proprie spalle una croce, non vuol dire immolare la propria vita per la patria, non vuol dire rinunciare a divertirsi o sacrificare la propria felicità per il benessere di qualcun altro.

Non vuol dire seviziarsi, torturarsi con delle scelte troppo drastiche e limitanti.



E non vuol dire nel modo più assoluto rinunciare a godersi la vita.

Al contrario, chi viene a conoscenza del mondo che c’è dietro la scelta etica, ambientale e salutistica vegan, non può che gioire nell’aver avuto l’opportunità di aprire i propri occhi e guardare la realtà senza veli.

Per costui o costei si aprirà inoltre un nuovo mondo di percezioni e di sapori, un mondo che porterà una nuova ondata di entusiasmo verso la scoperta di nuovi accostamenti tra cibi sani… cibi che non apportano alcun tipo di sofferenza ad altri esseri viventi.

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SFATIAMO PUNTO PER PUNTO

Poiché per ognuno degli 11 punti riportati sopra ci vorrebbe un adeguato approfondimento, in questo articolo mi limiterò a dare delle spiegazioni (sufficienti ma non consistenti) per sciogliere qualche pregiudizio e far si che ogni onnivoro che si pone in contrasto con la scelta vegan possa ricredersi.

 

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Punto 1 – Diventare io vegan? Neanche morto… Io voglio godermi la vita e lo voglio fare in maniera spensierata!”

E’ vero che quando si conoscono le vere motivazioni etiche della scelta vegan, si finisce col fare molta più attenzione a ciò che si compra al supermercato, nei negozi di abbigliamento e così via. Ma è altrettanto vero che, dopo essersi abituati al nuovo stile di vita (ogni cambiamento comporta una fase di assestamento), si vive con una nuova consapevolezza che ci rende più felici (visto quante vite stiamo contribuendo a salvare giorno per giorno).

Mentre prima eravamo abituati ad entrare in un supermarket e comprare ogni tipo di merendina, affettato e prodotto caseario che ci stimolasse il desiderio, oggi entriamo comunque in un supermercato, ma ci soffermiamo soprattutto al reparto della frutta e verdura. Ciò vale anche per chi la frutta e la verdura non la ama, si. Poiché col tempo la scelta vegan fa si che anche gli alimenti più naturali per l’uomo (ossia proprio frutta e verdura) vengano non soltanto apprezzati maggiormente ma addirittura desiderati profondamente.



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Punto 2 – “Vegan? No, grazie. Quando mangio vorrei gustarmi il cibo, non mangiare qualcosa che non abbia né aroma né gusto… con tutto il rispetto io desidero mangiare qualcosa di saporito!”

Da quando ero solo un bambino, fino alla mia adolescenza, mangiavo pochissima frutta e solitamente nel periodo estivo. Adoravo invece il latte con il caffè, i biscotti, le brioche e le graffe. Oggi, seppur di rado, mangio ancora i biscotti e qualche volta li immergo anche in una buona tazza di bevanda vegetale. Tuttavia i biscotti che uso sono vegan, biologici e prodotti con farine integrali di farro e kamut. Qualche volta mi capita di riprodurli io stesso in casa utilizzando, al posto del latte vaccino, l’acqua oppure le bevande integrali e biologiche di avena, farro o riso.

Fortunatamente oggi non occorre andare in un negozio biologico per trovare questi prodotti, poiché anche i supermarket si sono adeguati alle richieste del mercato (tendente al vegetarianismo). Oggi tuttavia, a distanza di anni dalla scelta vegan, ciò che più prediligo sono gli estratti di frutta e verdura, i frullati o ancora abbondanti pasti di sola frutta di stagione.

Che tu lo accetti oppure no, esistono ottimi dolci, primi piatti, antipasti, secondi e contorni tra le proposte vegetariane/vegane che stanno oramai deliziando i palati di migliaia di persone. In questo sito (alla sezione Blog -> Ricette) puoi trovare tante proposte semplici da provare. Uno dei vantaggi dell’alimentazione vegan crudista stagionale è che i pasti, non soltanto soddisfano il fabbisogno giornaliero del corpo umano (in termini di grassi, proteine, vitamine, etc.), ma sono anche più leggeri e quindi non comportano tutte quelle problematiche riguardanti l’apparato digestivo. Chiaro che, anche in questo caso, è opportuno rispettare i criteri di sazietà del proprio organismo. Qualsiasi eccesso è controproducente.

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Punto 3 – “Io vorrei… ma così facendo, ogni volta che uscirò a mangiare fuori casa, non potrò mangiare nulla o quasi… Proposte vegan nei locali tradizionali quasi non esistono!”

Quando esci, sia se vai in pizzeria, sia se vai al ristorante o in un pub, avrai sempre modo di poter scegliere una proposta vegan, anche se nel menù non ve n’è riportata neanche una.

Sappi che per scegliere qualcosa di vegano, basterebbe che tu dicessi al cameriere “vorrei un panino con patate al forno, melanzane sott’olio e funghi, grazie”. Dicasi lo stesso per la pizza e per i primi piatti, variando anche gli ingredienti in funzione delle tue preferenze. Insomma il tipo di panino e il tipo di pizza puoi inventarli tu. Hai una vasta scelta di ortaggi e verdure a tua disposizione.



Ci sono anche pub e ristoranti più all’avanguardia che sono più forniti. Lì potrai chiedere anche prodotti tipici dell’alimentazione vegan: burger di soia, wurstel vegani, formaggi e creme spalmabili quali hummus, tahini, vellutate prive di derivati animali, etc.

Inoltre negli ultimi anni stiamo assistendo alla nascita di numerosissimi locali vegan in tutta Europa, Italia compresa. Città come Milano, Roma, Firenze, Verona, Bologna, Bari, Napoli e Torino in primis, stanno vedendo nascere tanti ristoranti completamente vegan e gluten free, nonché pizzerie vegetariane – vegane con proposte intriganti e piene di nuovi sapori. Basta cercare ed informarsi.

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Punto 4 – “Ehm, io lo farei anche… ma cosa penseranno i miei amici? E i miei genitori? Ho paura che non approverebbero. Anzi mia mamma già non sapeva cosa cucinare quando mio fratello è diventato vegetariano, figuriamoci se io divento vegana.”

Più che quello che pensano i tuoi amici, quello che importa davvero è ciò che tu pensi tu di te stesso. E ancor più importante è il tuo benessere psico-fisico, il quale è dettato in buona parte anche da scelte alimentari sane e rispettose dell’ambiente e di ogni forma di vita esistente.

Non lasciarti deviare da considerazioni esterne, anche perché la maggior parte di queste sono basate su abitudini errate e fuorvianti pregiudizi. Non aver paura di testare un nuovo stile di vita, anzi prendi nota dei cambiamenti che esso avrà su di te.

Con questo non dico ovviamente non ascoltare nessuno, ma semplicemente ragiona… e fallo con la tua testa. Sperimenta e mettiti alla prova. Anche tua mamma, se sarà aperta a nuovi orizzonti, col tempo si adeguerà e ne riconoscerà i benefici.

Un buon inizio può essere regalarle di un libro di alimentazione naturale con ricette vegetali. Sicuramente se è propensa al cambiamento la incuriosirà e saprà cosa cucinare sia per te che per tuo fratello.

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Punto 5 – “Se diventassi vegano, non saprei neanche come vestirmi. Ogni capo di abbigliamento, scarpe, giacca quasi certamente contiene qualche derivato animale. E’ impossibile vestirsi senza poter attingere da prodotti di origine animale, mi dispiace ma non posso.”

E’ vero che facendo questa scelta, bisogna cercare di essere quanto più possibile coerenti. Non va bene se qualcuno dice “non mangio carne perché sono vegan” ma allo stesso tempo indossa scarpe di cuoio, il giubbotto di pelle o una pelliccia di visone.

Tuttavia è altrettanto vero che talvolta è più saggio concedersi il giusto tempo affinché si possano concretizzare i cambiamenti, onde evitare un netto ritorno alle vecchie abitudini. Una persona che per 40 anni ha sempre creduto e vissuto uno stile di vita del tutto conforme a quello che la società proponeva, può modificare il suo stile di vita solo se viene messa di fronte alla realtà nuda e cruda.

Se al giorno d’oggi siamo ancora all’oscuro su notizie riguardanti l’ambiente, l’etica e la salute è perché coloro che detengono il potere hanno voluto che fosse così.

Di conseguenza i mass media hanno sempre pubblicizzato notizie fuorvianti, notizie mirate a renderci schiavi di un sistema che porta benefici solo ai più ricchi e potenti.

In altre parole, se crediamo davvero che la mucca sia libera di girovagare nei prati della valle e che sia felice di donarci il suo latte, ricrediamoci… se oggi il numero di malattie è in continua crescita, dobbiamo ringraziare le multinazionali del cibo e dei farmaci (in combutta tra loro).



Riguardo all’abbigliamento, sappi che ci sono moltissime aziende del settore, eticamente nel giusto, che lavorano prodotti che non contengono derivati animali. Oggi ci sono addirittura negozi di scarpe e di abbigliamento, completamente cruelty-free. Molti di questi hanno anche un sito internet dove è possibile acquistarli online.

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Punto 6 – Essere vegani significa essere radicali ed estremisti. Io sinceramente mi reputo una persona moderata e ogni scelta estrema la reputo sbagliata. Preferisco mangiare un po di tutto, quindi … No grazie, io rimango onnivora.”

E’ comprensibile che una persona che ha vissuto per anni con determinate abitudini, nell’affacciarsi ad un nuovo stile di vita che sia apparentemente più limitante, possa considerarlo estremista. Ma dipende dai punti di vista.

Ti faccio un esempio: un bambino cresciuto nei quartieri più degradati di una città che ha problemi di criminalità, è abituato a rubare, comprare e vendere droga. Se egli tuttavia decidesse di non svolgere più queste mansioni per conto del suo camorrista di quartiere, se dovesse cambiar paese e vivere la sua vita andando in una scuola o università dove rispetta i propri colleghi e gli insegnanti, dove può iniziare una sua nuova vita basata sull’amore anziché sulla violenza… anche per lui questo nuovo stile di vita sarebbe, come dici tu, “radicale ed estremista”.

Dal mio punto di vista, sinceramente mangiare senza che la mia scelta ricada sulla vita di un altro essere vivente, tra l’altro del tutto senziente, non significa essere radicale ma essere sensibile, significa aver aperto gli occhi e aver chiesto alla propria coscienza se mangiare la carne di un coniglio o di un capretto sia giusto, significa aver capito la sofferenza provocata ad un altro essere vivente e decidere di non esserne più artefice. Diventare vegan significa aver ritrovato il senso dell’etica, del giusto, del rispetto e dell’amore verso ogni essere vivente.

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Punto 7 – Ma cosa dici? Noi abbiamo bisogno di nutrirci nel modo giusto. Le proteine nobili da dove le prendi? E il ferro? Il calcio? L’omega 3? La B12? Andiamo, solo gli stolti e quelli che non sanno nulla di nutrizione diventano vegani.”

Si dia il caso, caro amico, che l’essere umano sia stato ampiamente riconosciuto come frugivoro. Ossia il suo cibo per eccellenza è la frutta. L’unico vero carburante di cui ha bisogno è la frutta e la verdura in forma cruda. Questo non vuol dire essere radicali, bensì capire qual’è la verità e riconoscere qual’è la strada giusta da perseguire.

Sappi che gli onnivori sono coloro che mostrano più carenze di ferro e calcio. Così come il ferro e il calcio, anche gli omega 3 e la B12 sono elementi che fanno parte della natura e quindi assimilabili nel modo giusto e nelle giuste quantità con un’alimentazione vegan.

Le proteine nobili invece (anche se non sono affatto “nobili” perché appartenenti ad una carcassa di un animale, morto affinché noi ci saziassimo), sono tra le cause principali scatenanti innumerevoli malattie.

Di proteine l’uomo ne abbiamo bisogno, certamente si, ma di quelle vegetali provenienti dalla natura stessa.

Tu credi di fornirti di questi elementi mangiando la carne, il pesce o i latticini. Ma secondo te questi stessi animali dove prendono le proteine per il loro sostentamento? Dalla natura naturalmente, dall’erba che brucano dal prato.



(Su questi argomenti sarebbe opportuno dilungarsi un po di più, per cui mi prefiggo di scrivere in futuro uno o più articoli riguardanti le sostanze di cui il corpo umano ha realmente bisogno e dove le può prendere).

Per intanto sappi che se ci nutriamo (in maniera variegata e non smodata) di frutta, verdura, legumi, radicicereali e semi (mi riferisco a prodotti di stagione che non abbiano subito trattamenti chimici), abbiamo già tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

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Punto 8 – “Dio ha detto che noi possiamo mangiare tutto. Ha messo a disposizione dell’uomo ogni animale su questa terra affinché possa nutrirsene e andare avanti.”

Anche quì ci sarebbe un lungo discorso da fare. Ma per ora mi soffermo giusto su questo. Se credi veramente in Dio, dovresti anche sapere qual’è il suo principale insegnamento: Ama. In questa parola ha racchiuso tutto, non c’è altro da dire.

Eppure io non ci vedo alcun amore nel rendere gravida una mucca artificialmente, sequestrare il suo piccolo appena nato (facendolo crescere in una camera con una luce accesa 24 su 24 affinché cresca più velocemente), per poi rubarle il latte destinato al suo vitello per darlo invece agli umani. E non vedo Dio nell’attuale sistema meccanico di aspirazione del latte dalle sue mammelle provocandole infezioni e tumori. E ancora non vedo Dio nell’ucciderla mandandola al macello, perché non può più servire in tali condizioni come mucca da latte. Dov’è l’amore in tutto questo? … dimmelo per favore!

Credimi Dio non c’entra nulla con tutto ciò, la responsabilità è soltanto nostra.

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Punto 9 – “Dici che diventare vegan aiuterebbe il pianeta. Ma che mi dici a proposito di inquinamento provocato dai mezzi di trasporto e dalle industrie?”

Non c’è dubbio che l’inquinamento dovuto ai trasporti e alle industrie stia peggiorando la salute del pianeta.

Ed è giusto che ci si mobiliti per affrontare questi problemi. Io ad esempio la maggior parte delle volte preferisco muovermi a piedi o in bicicletta se devo raggiungere distanze un po più lunghe. Usufruisco di aerei, navi e auto molto raramente. Se devo muovermi da una città all’altra, la mia scelta ricade sempre sul treno.



Detto ciò, sappi comunque che la prima causa di inquinamento atmosferico è rappresentato dagli allevamenti intensivi, i quali producono circa il 22% sulle emissioni totali di gas metano a livello globale.

Come dire, se vuoi iniziare ad aiutare il pianeta, inizia proprio da ciò che rappresenta il pericolo maggiore… e diventa vegan!

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Punto 10 – “Tu credi che mangiare carne, pesce, uova e latticini faccia male. Ma lo sai quanti veleni chimici sono stati usati per proteggere le piante che mangi? Lo sai quanti pesticidi vengono abitualmente spruzzati sulla frutta e sulla verdura? Non credere che mangiar vegano sia la soluzione migliore per star bene, anche l’aria che respiri è inquinata.”

Sono ben consapevole del massiccio uso di agenti chimici sulla frutta e sulla verdura, ma tu credi davvero che mangiando carne ne sei al riparo? Secondo te quegli animali, le cui parti (erroneamente chiamate bistecca, locena, salame, etc.) arrivano quotidianamente nel tuo piatto, che tipo di verdure hanno mangiato in vita? Non sono forse anche quelle verdure trattate con sostanze chimiche?

Ebbene, mangiando carne non soltanto mangi parte di una carcassa morta di un animale in decomposizione trattata con agenti conservanti (utilizzati per rallentare la putrefazione del corpo morto), bensì anche gli stessi pesticidi che utilizzato sulle piante che hanno poi dato da mangiare agli animali stessi.

Ma non finisce qui! Nella carne e quindi in tutti i loro derivati troverai anche altre sostanze chimiche, tra le quali antibiotici, ormoni, antinfiammatori che vengono abitualmente dati agli animali negli allevamenti intensivi.

Che sia chiaro, l’unico vero interesse di queste industrie non è la protezione degli animali, bensì il loro continuo lavorare per poter continuare a generare i loro interessi e i loro profitti.

In altre parole, è inutile cercare scuse per continuare a mangiare carne.. Sii onesto e dì semplicemente “ci penserò e vedrò col tempo di cambiare”. Probabilmente fai anche più bella figura.

In merito invece alle verdure e frutta piene di pesticidi… è chiaro che l’ideale sarebbe che le coltivassi tu stesso. Possedere una terra e piantare degli alberi. In ogni stagione potreste coltivare legumi, verdure e ortaggi tipici di quel periodo dell’anno e potreste conservare i semi per l’anno successivo.

Laddove non si può, la cosa migliore è comprare il cibo biologico.

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Punto 11 – “Voi vegani siete solo degli ipocriti. Dite che fate questa scelta per evitare che gli animali soffrano a causa delle nostre scelte alimentari, ma cosa mi dici della sofferenza che causate nel mangiare un insalata ad esempio?”

Basandoci su delle semplici considerazioni, quando si uccide un animale si possono riscontrare le sue urla di paura e di dolore (purtroppo la maggior parte delle volte non vengono anestetizzati, per cui vivono perfettamente consci ogni violenza gratuita ammessa in queste industrie dell’orrore). Le piante invece non urlano, ma comunicano in un altro modo, una forma più sottile di comunicazione.

Supponiamo di tagliare in parte il tronco di un albero o il trono di una pianta: dopo poco possiamo notare una sostanza liquida che fuoriesce dal taglio e che tende a cicatrizzare il tronco stesso. Ebbene quella è una sofferenza causata alla pianta, è vero.

Ma se stacchiamo da una pianta le sue foglie più esterne (tendenzialmente quelle più mature), non vediamo alcun liquido e la pianta in questo caso non soffre. In realtà le piante hanno una propria anima e si affezionano a noi molto più di quanto noi possiamo affezionarci a loro. Esse si rinvigoriscono con il nostro affetto, con le nostre attenzioni e al contrario deperiscono se le abbandoniamo.



Le piante sanno riconoscere la differenza tra l’intenzione di bruciarle vive e l’intenzione di mangiarle per nutrircene: ebbene, si è scoperto attraverso una serie di esperimenti e studi, che nel primo caso mostrano vibrazioni di “paura e nel secondo caso vibrazioni di “gioia. Per approfondimenti, consiglio di leggere il libro:

 

La vita segreta delle piante – di Peter Tompkins e Christopher Bird

La scelta vegan 11 risposte alle domande più comuni la vita segreta delle piante

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