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Suppongo che anche tu, quando hai sentito per la prima volta la parola Vegan ed hai approfondito le conseguenze di questa scelta, avrai pensato che è una scelta sacrificata, che elimina molti piaceri dalle proprie abitudini alimentari, che sopprime la felicità del mangiare e del gustarsi il cibo che si preferisce. Così, mentre alcuni persone scelgono di comprendere a fondo le motivazioni che supportano il movimento vegan, altri preferiscono fare dietro front, nascondendosi dietro a frasi del tipo “non fa per me”, “è una scelta troppo sacrificata” e via dicendo.
Ma qual’è il punto allora? Mi sono chiesto, scegliere di diventare vegan o quanto meno di approfondire questo percorso con curiosità ancor prima di scegliere, è davvero qualcosa che la gente può permettersi di rifiutare? Davvero le persone credono che restare nell’ignoranza e dire No senza neppure aver chiesto il perché sia saggio?
Il punto è proprio questo: se molte persone hanno fatto questa scelta nel passato, se altrettante e più persone continuano a farla al giorno d’oggi, se soltanto in Italia circa 6000 persone ogni settimana decidono di diventare vegetariani (si stima che nel 2050 dagli attuali 3 milioni circa di vegetariani si arrivi a circa 30 milioni), se i più grandi esponenti della cultura del passato (come Voltaire, Leonardo da Vinci, Shakespeare, Pitagora, Ippocrate, Einstein, Nietzsche, Tolstoj, Dante, Giordano Bruno, etc.) erano vegani, ci sarà pure un buon motivo.
Ebbene, io credo che chiunque sia dotato di buon senso e di spirito di miglioramento e di crescita evolutiva, senta il bisogno e la curiosità di voler indagare e scoprire quali verità si celano dietro questo termine… Vegan.
Ed hai ragione se pensi che nel fare questa scelta bisogna dire addio a certi “alimenti” che hanno da sempre preso posto sulla nostra tavola. E’ vero, è così. Tuttavia questo non deve rattristarti, al contrario deve renderti immensamente felice e ti dico perché.
Ma prima di tutto vorrei fare una premessa. Gli “alimenti” che hai mangiato fino ad oggi e parlo di carne e pesce in particolare, non erano altro che parti di esseri viventi già morti che, anziché andare in putrefazione come normalmente avverrebbe secondo le leggi della natura, sono state chimicamente manipolate affinché possano essere masticabili, appetibili e di buon impatto per l’occhio umano (che, sapete, vuole sempre la sua parte). Come ci ricorda il buon Gary Yourofsky (un attivista statunitense che si occupa dei diritti degli animali), quella che viene impropriamente chiamata “la mia bistecca” non è altro che un eufemismo… in realtà, come egli stesso dice, quella bistecca non è mai stata “tua” ma apparteneva ad un altro essere vivente senziente che, come tale, provava sentimenti ed emozioni esattamente come noi umani (ma su questo, io avrei un dubbio: ecco, non credo che tutti gli esseri umani provino emozioni; altrimenti non mi spiego come sia possibile che certe persone possano essere artefici delle atrocità di cui poco si sa, ma che ogni giorno avvengono, nei mattatoi).
Ed è proprio la consapevolezza di ciò che succede quando acquistiamo una fetta di carne al supermercato, che ci fa aprire gli occhi e ci fa comprendere quanto le nostre scelte alimentari possano essere influenti e possano determinare così la vita o la morte di altri esseri viventi. E sebbene tutto questo in un primo momento ci spaventa, in un secondo momento ci da il coraggio di compiere delle scelte importanti non soltanto per quegli esseri viventi innocenti che hanno diritto a vivere tanto quanto noi, quanto anche per il nostro benessere psico-fisico e per la tutela del nostro pianeta.
Il nostro benessere, la nostra salute dipende prevalentemente da ciò che abitualmente mangiamo. Quanto più puro e genuino è il nostro cibo, tanto migliore è l’impatto che questo ha sulla nostra salute.
Ippocrate (il padre della medicina) disse “Fa che il Cibo sia la tua Medicina e che la Medicina sia il tuo Cibo”.
Similmente a come si fa per le auto, ovvero cercare di capire qual’è il tipo di carburante di quell’auto prima di rivolgersi al distributore per il rifornimento, anche per l’essere umano è necessario capire qual’è il cibo ideale, qual’è il miglior carburante per questa splendida e sofisticatissima macchina (molto più complessa di un’automobile) qual’è il corpo umano, prima di andare al supermercato e comprare qualsiasi cosa esso ci propone.
Il cibo perfetto per l’essere umano è la frutta, la verdura, i semi oleosi, i legumi ed i cereali. In cima, per ordine di importanza, ci sono frutta e verdura.
Ma bada bene, non è soltanto importante cosa introduci nel tuo organismo, bensì quanto ne introduci, quando lo introduci e che tipi di accostamenti fai.
Pensi che la categoria vegan sia una categoria ristretta? Una categoria che ti dia poca scelta? Credi che eliminando la carne, il pesce, le uova, latte e latticini, ti sia rimasto ben poco da mangiare? Oppure sai che ci sono delle alternative vegetali ma che queste non ti diano abbastanza soddisfazione? Se la tua risposta a queste domande è Si, ti chiedo di fermarti un attimo e darti del tempo prima di farti un’opinione sbagliata in merito.
Al giorno d’oggi ci sono centinaia di ricettari vegetariani e vegani disponibili su internet. Nelle librerie troverai molti libri che propongono ricette vegetali a base di legumi e cereali. Nelle librerie più fornite potrai addirittura trovare qualche ricettario di cucina raw vegan (a mio parere il miglior modo di cucinare per la salute). Insomma di modi per approfondire la cucina vegana ce ne sono eccome. Ci vuole soltanto un pò di pazienza e dedicarsi qualche ora al giorno verso la sperimentazione e lo studio di queste nuove ricette.
Altrimenti se non sei tra quelle persone che amano stare in cucina, potresti chiamare qualcuno che cucini per te e per la tua famiglia o per eventi con i tuoi amici… tipo uno Chef a domicilio!
Vedrai che la cucina vegana offre tantissime scelte. I gusti si differenziano moltissimo e le specialità non mancano. Ti dico solo che la cucina vegetariana vegana è talmente vasta che si potrebbe cucinare una ricetta diversa ogni giorno per tre anni di seguito e forse anche più.
Nella foto che vedi di fianco, ad esempio, ci sono cruditè di verdure con salsa di ceci, ravioli ripieni di tofu e funghi accompagnati da una crema d’avena al prezzemolo (non presente in foto), delle falafel su una crema di zucchine con al centro una spalmabile speziata alla paprika dolce e infine una “caprese” (tipico dolce napoletano). Tutto fatto rigorosamente in cas: Homemade come dicono i nostri cugini inglesi!
Ciò che è bello di questa cucina, è che non fa male. Chiaramente ci vogliono le giuste tecniche di cottura (ma ciò vale anche per ogni altro tipo di cucina) e le esagerazioni sarebbe meglio evitarle. Tuttavia il corpo, tali esagerazioni, quando sono vegane, riesce a sostenerle con molta più facilità e semplicità. Per cui, provaci anche tu. Datti qualche mese di prova. Nota i grandi miglioramenti che inizierai a vedere sin dai primi giorni sulla tua salute e poi valuta. Ritroverai il tuo giusto peso, avrai, al contrario di quanto si pensa, un surplus di energia, la tua concentrazione ti meraviglierà per quanto sia migliorata, la tua pelle sembrerà ringiovanire e il tuo organismo lentamente si disintossicherà da tutte le sostanze nocive dategli fino a questo momento.
Mangiare vegan è un piacere… e non solo, sapere che nessun essere vivente viene ucciso o sfruttato per avere quel piatto davanti a noi sulla nostra tavola dà un certo senso di sollievo e di armonia con se stessi e con gli altri!
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