Quando ho sentito parlare per la prima volta di costellazioni familiari, avevo all’incirca 25 anni.
Ricordo che frequentavo l’università a quei tempi e ricordo anche che proprio in quel periodo, a causa di alcuni problemi familiari, ho vissuto diversi attacchi di panico.
Normalmente quando ho un problema, a prescindere dalla sua natura, medito immergendomi completamente nella natura.
Così facendo, nel giro di poche ore (spesso anche meno), la natura mi aiuta a lasciar andare le ansie e le preoccupazioni che, per un motivo o per un altro, mi porto dentro in quel momento.
E così, grazie a lei, torno a ristabilire un contatto anche con me stesso.
Come dico spesso nei miei libri e nelle mie guide, è molto importante avere un contatto quotidiano con madre natura.
Poiché è soprattutto attraverso lei che riusciamo a ristabilire quella tanto agognata armonia interiore.
PSICOLOGO COSTELLATORE
All’età di 25 anni, invece, non avevo ancora le conoscenze e le consapevolezze che ho oggi.
Per questo motivo, dopo aver constatato con alcuni esperti che quelle improvvise crisi di ansia e paura che di tanto in tanto venivano a farmi visita, erano proprio attacchi di panico, decisi di chiedere aiuto ad uno psicologo.
Non è stato facile trovare quello “giusto” per me, ma alla fine dopo tante ricerche l’ho trovato.
Nel giro di 8 mesi, Alessandro (lo psicologo), mi ha fatto parlare così tanto che sono ritornato alla luce.
Durante una delle sedute scoprii che Alessandro, oltre ad essere uno straordinario psicologo, era anche un facilitatore di costellazioni familiari.
Cos’è un facilitatore? In poche parole è il “costellatore”, ovvero colui/colei che imposta il set in cui si sviluppa la costellazione.
Ma te ne parlerò meglio a breve.
Così quel giorno, notando una targhetta nel suo studio in riferimento al percorso formativo che aveva fatto nelle costellazioni familiari, chiesi ad Alessandro di che cosa si trattasse.
La sua risposta mi affascinò così tanto che mi lasciò profondamente incuriosito.
LA MIA PRIMA COSTELLAZIONE FAMILIARE
Ti racconto com’è andata, descrivendo in breve alcuni momenti salienti.
A distanza di circa 10 anni dal mio percorso con Alessandro, mi ritrovo a compiere un viaggio verso il B&B di mia zia in Veneto.
Mia cugina Valentina, dopo avermi salutato, mi invita a partecipare ad una costellazione familiare che si terrà proprio il giorno dopo il mio arrivo.
“Una costellazione familiare?” chiedo per avere conferma di quanto avessi udito.
“Si, esatto!” risponde lei entusiasta.
In un primo momento, per quanto lo desiderassi, rifiuto la proposta.
Essendo con Zarly (il mio amico a 4 zampe), non sapevo a chi lasciarlo per un’intera mattinata.
Poi meditando qualche soluzione anche con l’aiuto di mia zia e mia cugina, ho risposto: “Ho cambiato idea! Parteciperò molto volentieri“.
L’evento si teneva presso un agriturismo olistico immerso fra le colline veronesi.
Un luogo di pace e tranquillità dove, sin dal primo momento in cui vi ho messo piede, mi sono sentito a casa.
Ho conosciuto sin da subito una massaggiatrice kinesiologa che aveva tutta l’aria di essere lei stessa la costellatrice.
Ma no, era una sua amica che la accompagnava durante questi eventi e l’aiutava durante le costellazioni.
Decido di mettermi ancor di più a mio agio, per riuscire a vivere quell’esperienza al meglio che potevo.
Così vado in bagno, mi do una sciacquata di faccia e poi torno nella sala, dove mi accorgo che mi stavano aspettando tutti per poter iniziare.
Esattamente nella direzione opposta rispetto alla mia, al di là del cerchio che si era formato e che raggruppava tutti i partecipanti, c’era Mary Rose.
Mary Rose è la facilitatrice che ha diretto ed orchestrato le costellazioni di quel giorno… e direi in modo anche strabiliante.
SI INIZIA …
Mi siedo comodamente sulla mia sedia e dopo le presentazioni, si parte con il primo racconto: una donna sulla quarantina, di nome Chiara, che parla del rapporto che ha con il suo partner e delle sue difficoltà nel gestire se stessa in questa relazione.
Bene, ecco che si individua la tematica da esplorare.
Mary Rose invita Chiara a scegliere fra i partecipanti due persone che fungeranno da rappresentanti:
- una persona che potesse rappresentare se stessa (Chiara);
- ed una che potesse rappresentare l’uomo con cui lei ha difficoltà a gestirsi.
Si viene a formare così il cosiddetto campo morfico (o morfogenetico) del soggetto (Chiara in questo caso) all’interno del quale i rappresentanti di Chiara e del suo partner si dispongono liberamente ed agiscono in funzione delle sensazioni che avvertono.
I rappresentanti, entrando in connessione con il campo morfico di Chiara, si sentono guidati da dinamiche spontanee ed esternano il vissuto emotivo delle persone reali o delle situazioni che rappresentano.
Si tratta, come sostiene Bert Hellinger (padre fondatore delle Costellazioni Familiari), di una connessione telepatica che nasce fra i membri del gruppo.
Vediamo cos’è accaduto in questo caso …
La rappresentante di Chiara mostra improvvisamente insicurezza e si allontana dal rappresentante del suo partner perché avverte una sensazione di controllo e al contempo di instabilità accanto a lui.
Così si dispone ad una distanza tale da lui da non percepire più quella sensazione.
Il rappresentante del partner invece rimane lì, sul suo posto. Non sente di volerle andare in contro, né tanto meno di rassicurarla.
Anzi, prova la sensazione tipica di chi pensa “Io non faccio nulla, se vuole sarà lei a venirmi in contro”: queste le parole che sono uscite dalla sua bocca.
IRRETIMENTO
Ecco che si arriva nel giro di pochi minuti ad una situazione di stallo.
In gergo tecnico, questo stato viene definito irretimento. Ossia una sorta di blocco o congelamento che caratterizza il soggetto nella sua situazione relazionale.
Il facilitatore osserva dall’esterno la situazione affinché possa avere una prospettiva più chiara e completa possibile.
Mentre osservo la scena al centro del cerchio, vedo Mary Rose in ascolto… sta percependo le emozioni che scaturiscono da ogni sguardo, movimento ed espressione che i rappresentanti manifestano.
Anche se non la conosco, sento di avere già una certa fiducia in lei.
“E’ una guida in gamba e con una certa esperienza!”, penso fra me e me.
Mary Rose, camminando attorno ai rappresentanti, chiede loro di spiegare cosa stanno provando in quel momento.
Dopo aver ascoltato le loro risposte, pone un paio di domande mirate a Chiara sul suo rapporto con i genitori.
In questo modo, può far luce su emozioni e aspetti relazionali che possono essere chiaramente collegati alla questione affrontata.
PRESA DI COSCIENZA
Solitamente la scena continua finché si avverte la sensazione che il nodo o i nodi si stanno sciogliendo.
Per quanto sia vero che soltanto la visione e la presa di coscienza del nodo emozionale possono aiutare il “cliente” a destrutturare i suoi blocchi interiori, non sempre la persona in questione riesce nell’intento di superare i suoi ostacoli.
A volte è necessario un percorso prolungato, altre volte basta anche una sola costellazione familiare.
Chiara, attimo dopo attimo, vive le emozioni che porta dentro immedesimandole nella scena che ha dinanzi a sé.
Osservando il suo sguardo, si nota immediatamente che il suo cuore ha fame di risposte… di pace, di benessere.
Ecco che Mary Rose interviene e inizia a spiegare quello che sta accadendo da un punto di vista psicologico ed emozionale.
Aggiunge spontaneamente nuovi rappresentanti nella scena, coincidenti con i ruoli genitoriali.
Opera dei cambiamenti di posizione nello spazio e pone nuove domande e riflessioni.
All’improvviso si vedono delle lacrime che scendono dal volto di Chiara, la quale confessa di non essere mai riuscita ad avere un rapporto con il padre e di aver sempre fatto troppo affidamento sulla madre senza mai prendersi alcune responsabilità importanti che le spettavano.
Chiara osserva e vive la scena con totale partecipazione: lei è lì, immedesimata nella sua rappresentante e vede attorno a sé i suoi genitori e il suo partner.
Incredibilmente, in lei, si sente un sospiro di sollievo.
“Qualche nodo si è appena sciolto!“, penso io.
Mary Rose spiega, a Chiara e a tutti noi che stiamo vivendo da spettatori questa scena, cosa sta accadendo.
Un nuovo equilibrio sembra essere nato fra i rappresentanti di Chiara.
L’intervento dei rappresentanti della mamma e del papà, sembra essere stato necessario per riportare armonia nella rappresentante di Chiara e in Chiara stessa che continua ad osservare con attenzione la scena dinanzi a sé.
Il sistema infatti sembra aver beneficiato di un nuovo ordine, più giusto… più naturale.
E Chiara ora ha la possibilità di ristabilire delle corrette e sane relazioni con tutti i membri del suo sistema.
COSTELLAZIONI FAMILIARI: OBIETTIVI
Il vero contributo di una costellazione familiare non solo consiste nel mostrarci ciò che già sappiamo sulla nostra famiglia o sui nostri rapporti personali, ma anche ciò che non sappiamo.
Talvolta capita che le costellazioni familiari rivelino alla persona interessata (che porta la sua tematica) informazioni a lei sconosciute, ma che poi vengono confermate puntualmente da indagini successive.
Qualunque cosa accada durante una costellazione, è importante sapere che la nostra coscienza ha la capacità di elaborare ed assimilare quanto ci viene mostrato.
Naturalmente è necessario aprirsi alle informazioni che arrivano e accogliere con fiducia anche le rivelazioni più sconcertanti.
Se anche tu hai provato le costellazioni familiari, lascia un commento nello spazio qui sotto.
Namasté … e al prossimo articolo!